Last Updated on Ottobre 3, 2019
Le nuove tecnologie e la digitalizzazione stanno modificando a ritmi molto veloci il mercato, modalità e la legislazione del lavoro, presentando nuove opportunità di crescita ma anche nuovi dubbi. Ne ha parlato il professore Raffaele De Luca Tamajo , senior partner dello studio legale Toffoletto De Luca Tamajo specializzato in diritto del lavoro e sindacale, al convegno “Il futuro del lavoro” organizzato da HRCommunity che si sta tenendo oggi a Roma.
«L’accelerazione nell’evoluzione digitale della quarta rivoluzione industriale ha un impatto fragoroso su tutte le politiche del lavoro, dalla legislazione al mercato con il rischio di una disoccupazione tecnologica e l’esigenza di adattare anche la formazione alle nuove competenze richieste – ha commentato nel suo intervento Raffaele De Luca Tamajo. – Anche la gestione del personale è costretta a confrontarsi con i nuovi modelli relazionali, mentre le dinamiche intersindacali sono stimolate a nuove formule partecipative e ad una valorizzazione della contrattazione aziendale.»
Il diritto del lavoro deve fare i conti con nuove fattispecie, prime fra tutti i rider e la gig economy ma anche lo smart working, che hanno messo in crisi la tradizionale tripartizione formata da lavoro subordinato, lavoro autonomo, parasubordinato. Lo scenario si apre non solo al dilemma di come normare le nuove fattispecie ma anche a temi di privacy, ai limiti di utilizzo dei dati che possono essere raccolti grazie agli strumenti tecnologici e alla flessibilità professionale.
«Al pessimismo di chi prospetta disastri occupazionali, conseguenti alla minore esigenza di lavoro umano, si contrappone l’ottimismo di chi segnala nuove occasioni di lavoro figlie dell’innovazione tecnologica – continua il professore De Luca Tamajo. – I più pessimisti propongono ricette di tipo prevalentemente assistenzialistico, come il reddito minimo. Gli altri immaginano che la disoccupazione tecnologica possa essere temporanea e si appellano a processi formativi efficaci in grado di ridurre i tempi della transizione.»
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