Servizi welfare e dichiarazione dei redditi: come massimizzare i benefici per l’azienda e i dipendenti

Perché il welfare aziendale è una leva strategica per le aziende

Le aziende percepiscono sempre più il welfare aziendale come uno strumento di valorizzazione delle proprie risorse e come un’ottima leva di retention e di attraction. Le aziende possono, infatti, rispondere efficacemente alle esigenze di carattere personale e familiare dei dipendenti e generare un impatto positivo sul loro benessere e sul senso di appartenenza all’azienda. 

Inoltre, che si tratti di un’iniziativa on top o della conversione del premio di risultato ex L. n. 208/2015, i vantaggi del welfare aziendale, per il datore di lavoro e per i dipendenti, rispetto ad un’erogazione in denaro sono ormai noti alle aziende: maggior potere d’acquisto per il dipendente e ottimizzazione dei costi per l’azienda.

Infatti, il valore riconosciuto al dipendente – nel rispetto delle condizioni e dei limiti previsti dalla normativa – fruibile in somme, opere, prestazioni e servizi di cui al comma 2, al terzo periodo del comma 3 e al comma 4 dell’art. 51 del TUIR, non concorrono a formare reddito di lavoro dipendente e, di conseguenza non sono soggetti a contribuzione né per l’azienda e né per il dipendente, né a tassazione per il dipendente (IRPEF o, nel caso dei premi di risultato ex L. n. 208/2015, imposta sostitutiva con aliquota del 5%).  

Tuttavia, per massimizzare i vantaggi di questa esenzione, è cruciale una gestione ottimale dei servizi welfare, soprattutto considerando il loro impatto sui benefici fiscali in dichiarazione dei redditi. Per le direzioni HR, questa attenzione non solo incrementa il valore percepito dai dipendenti, ma diventa una leva strategica per migliorare retentionattraction e la competitività aziendale.

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L’impatto del welfare sulla dichiarazione dei redditi

Nonostante i vantaggi di cui sopra, la fruizione di alcuni servizi welfare può avere un impatto sulla dichiarazione dei redditi del lavoratore, in quanto potrebbe comportare la perdita, ove prevista, della detrazione d’imposta (riduzione dell’imposta lorda calcolata sul reddito complessivo) o della deduzione dal reddito (riduzione del reddito complessivo su cui calcolare l’imposta dovuta) di cui potrebbe beneficiare in sede di dichiarazione dei redditi. 

Infatti, alcuni servizi welfare rappresentano oneri detraibili/deducibili in dichiarazione dei redditi e il dipendente, qualora fruisse di tali servizi, non potrebbe più beneficiare della detrazione o della deduzione per la quota di spesa sostenuta con il proprio valore figurativo di welfare. Fruendo invece di servizi welfare per i quali non è prevista alcuna detrazione d’imposta o deduzione dal reddito, il dipendente massimizzerebbe i suoi benefici. 

Esempio pratico: massimizzare il valore del welfare

Facciamo un esempio pratico, partendo dal riconoscimento di un premio di risultato ex L. 208/2015. 

Assumiamo che il dipendente abbia diritto ad un premio di risultato del valore di 1.500 euro lordi (circa 1.280 euro netti in quanto tale importo è soggetto a contribuzione ordinaria e all’imposta sostitutiva con aliquota pari al 5%) e che l’azienda, come è ormai prassi di mercato, riconosca una maggiorazione pari al 10% dell’importo convertito in welfare in caso di conversione totale del premio. 

In tale scenario il dipendente avrà a disposizione un valore spendibile in welfare pari a 1.650 euro (1.500 euro, in questo caso netti in quanto il valore del premio di risultato convertito in welfare non è soggetto né a tassazione né a contribuzione, a cui viene aggiunto il 10% di maggiorazione datoriale) e, quindi, un maggior potere d’acquisto, rispetto all’erogazione del premio in denaro, pari a circa 370 euro

L’esempio che segue può essere preso come riferimento anche nel caso di riconoscimento di un credito welfare on top e non solo derivante dalla conversione di un premio di risultato in welfare. 

Spese del Dipendente
  • Viaggio del dipendente e/o dei suoi familiari: 1.500 euro 
  • Palestra del dipendente: 800 euro
  • Libri scolastici del figlio: 600 euro 
  • Scuola media del figlio fiscalmente a carico (retta, doposcuola, gite ecc.): 1.000 euro 
  • Abbonamento ai mezzi pubblici del dipendente: 350 euro 
Quali spese perderebbero i benefici fiscali?

Le spese sostenute per il viaggio del dipendente e/o dei suoi familiari, per la palestra del dipendente e per i libri scolastici del figlio non rappresentano oneri detraibili/deducibili. Invece, per le spese sostenute per la scuola media del figlio fiscalmente a carico e per l’abbonamento ai mezzi pubblici del dipendente è prevista, in dichiarazione dei redditi, la detrazione d’imposta del 19%, rispettivamente fino ad un importo massimo di 800 euro nel primo caso e di 250 euro nel secondo caso.  

Scelta Ottimale: Servizi Non Detraibili

Alla luce di queste informazioni, la scelta ottimale sarebbe quella di utilizzare il valore figurativo di welfare per la fruizione dei servizi per i quali non è prevista la detrazione d’imposta e, solo per l’eventuale residuo, per la fruizione di servizi welfare che rappresentano anche oneri detraibili. In caso contrario, si verificherebbe la perdita di un valore pari alla detrazione d’imposta di cui il dipendente avrebbe potuto beneficiare in dichiarazione dei redditi, valorizzabile, in questo caso, in 199,5 euro (152 euro, per la perdita della detrazione del 19% su 800 euro per le spese sostenute per la scuola media del figlio fiscalmente a carico e 47,5 euro per la perdita della detrazione del 19% su 250 per le spese sostenute per l’abbonamento ai mezzi pubblici del dipendente). 

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Casi Pratici: Come Evitare Perdite Fiscali

Tramite una scelta ottimale dei servizi welfare di cui fruire, il dipendente non subirebbe invece alcuna perdita, come, ad esempio, nei due seguenti casi: 

CASO 1 
  • Viaggio del dipendente e/o dei suoi familiari: 1.500 euro
  • Libri scolastici del figlio fiscalmente a carico: 150 euro
CASO 2 
  • Palestra del dipendente: 800 euro 
  • Libri scolastici del figlio fiscalmente a carico: 600 euro
  • Abbonamento ai mezzi pubblici del dipendente: 100 euro (in quanto fino a 250 euro e prevista la detrazione) 
  • Scuola media del figlio fiscalmente a carico: 150 euro (in quanto fino ad 800 euro è prevista la detrazione)  

Si tratta di un aspetto particolarmente tecnico, ma molto utile non solo per i dipendenti ma anche per l’azienda. 

Il ruolo della formazione e degli strumenti digitali

Infatti, tramite la formazione specifica e l’utilizzo di strumenti digitali, l’azienda può contribuire a creare maggiore consapevolezza, in capo ai dipendenti, in merito ai benefici del welfare aziendale e della scelta ottimale dei servizi welfare anche alla luce di eventuali detrazioni d’imposta o deduzioni dal reddito e, di conseguenza, aumentare il beneficio percepito dagli stessi.

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