Last Updated on Febbraio 22, 2023
Un ulteriore tassello si aggiunge alla definizione di un sistema nazionale di certificazione della parità di genere per le imprese: il 1° luglio è stato pubblicato il DPCM del 29 aprile, emanato ai sensi della Legge di Bilancio 2022. Il c.d. «bollino rosa», rilasciato da organismi accreditati, attesta le politiche virtuose adottate dalle aziende per ridurre il divario uomo-donna occupazionale e di carriera e consente alle stesse di godere di un esonero contributivo e di un punteggio premiale nell’aggiudicazione di appalti e di aiuti di Stato.
Il provvedimento si presenta molto snello e si limita a confermare che i parametri (c.d. KPI – indicatori chiave di prestazione) per ottenere la certificazione sono quelli già individuati nella prassi UNI/PdR 125:2022 del 16 marzo scorso raggruppati in sei aree di interesse (cultura e strategia, governance, processi HR, opportunità di crescita ed inclusione delle donne in azienda, equità remunerativa per genere, tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro; si veda la newsflash del 31 marzo).
È, inoltre, previsto che per consentire alle RSA e ai consiglieri di parità (territoriali e regionali) di monitorare e verificare il rispetto dei suddetti indicatori, il datore abbia l’onere di redigere annualmente un’informativa che rifletta il grado di adeguamento alla citata prassi. Qualora siano rilevate anomalie, le stesse possono essere segnalate all’organismo che ha rilasciato il «bollino rosa», previa concessione all’impresa di un termine massimo di 120 giorni per uniformarsi.
Lo Studio è a disposizione per supportare le aziende nell’ottenimento della certificazione e fruire dei relativi benefici.
Di: Avv. Alessia De Concilio e Avv. Stefania Vitiello
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